Lo scopo di questo libro è quello di dare una ampia panoramica della chitarra manouche a partire da Django Reinhardt fino ai nostri giorni e, in particolare, a come questo stile si sia parallelamente sviluppato anche in Italia, dal quintetto ritmico di Milano di Luciano Zuccheri, fino ad oggi. Questo grazie ai numerosi interpreti che nell’ultimo periodo anche in Italia si sono avvicinati al genere manouche portando al suo interno linguaggi diversi ed eterogenei, che variano dalle composizioni originali alla forma canzone, dalle tecniche più evolute del jazz moderno a quel contenitore che sembra ormai comprendere tutto, denominato world-music. Scrivendolo mi sono posto più volte il problema di come rendere fruibile un argomento che per sua natura presenta spiccate difcoltà tecnico-esecutive, ho deciso di partire dagli elementi basilari dell’approccio con lo strumento, non tanto per “diluire” la sostanza ma perché ritengo fondamentale fornire una solida base di partenza ed una corretta impostazione, indispensabile per affrontare seriamente un genere così impegnativo ed articolato. Il libro è suddiviso in quattro parti; la prima, curata da me, fornisce gli elementi di base per chi è all’inizio, dall’impostazione delle mani e relativi esercizi alle triadi, dagli arpeggi degli accordi alle scale, dall’accompagnamento alle frasi ispirate ai grandi interpreti, in un percorso che dai criteri generali entra sempre più nello specifico, utile dunque anche a chi magari già suona e vuole avvicinarsi a questo mondo.
La seconda parte chiama in gioco alcuni degli esponenti di spicco del panorama gipsy-jazz italiano: insieme forniremo una analisi delle principali sequenze armoniche, o cadenze, strumento utilissimo sia al neofita che all’esperto, per comprendere come collegare melodicamente fra loro le varie progressioni di accordi. Nella terza parte, più specializzata e che rappresenta un approfondimento più specifico sulla materia, i cinque autori analizzeranno aspetti particolari della tecnica e del modo di suonare a loro più cari e metteranno in risalto passaggi, fraseggi o più in generale modalità, che li hanno colpiti o che ritengono degni di nota; a mio avviso questa è la parte più interessante in quanto frutto dell’esperienza vissuta e di un approccio personale e dunque originale al genere. La quarta parte è dedicata al brano che ho scelto come motivo conduttore della pubblicazione: Minor Swing, ciascuno degli autori propone due chorus di improvvisazione con trascrizione delle diteggiature e contributo video.
Oltre all’amicizia ed alla unità di intenti che mi lega a questi musicisti e che credo indispensabili per raggiungere la coerenza e l’utilità di questo lavoro, ho cercato di privilegiare le peculiarità dei singoli a discapito delle teorie troppo spesso facilmente generalizzabili. Ciascuno di loro offre un percorso di ricerca e di studio differente, personale ed interessantissimo all’interno di un contenitore più vasto che potremmo definire gipsy-jazz, jazz o semplicemente musica. Tutti gli esercizi sono riportati oltre che nella normale notazione musicale anche in tablatura , inoltre ritenendo di primaria importanza vedere l’impostazione esatta delle mani, la giusta diteggiatura della sinistra ed il movimento della destra, abbiamo pensato di allegare un supporto video in cui è presente gran parte del materiale di studio suonato direttamente dagli autori. Per problemi di copyright non è stato possibile inserire trascrizioni dei brani di Django o di altri grandi interpreti, aspetto ampiamente trattato in altre pubblicazioni straniere, ma se seguirete con attenzione questo metodo sarete in grado di acquisire le tecniche di base ed il pensiero musicale che sta dietro la costruzione degli assolo e delle armonizzazioni del gypsy-jazz, poi sarà vostra cura e fra l’altro ottimo esercizio, ascoltare e “tirare giù” dai dischi i fraseggi e le parti che riterrete più interessanti dei maestri del genere; per citarne alcuni: Django, Matelo Ferret, Baro Ferret, Sarane Ferret, Oscar Allemann, Lulu Reinhardt, Hans’che Weiss, Bireli Lagrene, Tchavolo Schmitt, Dorado Schmitt , Stochelo Rosenberg, Angelo Debarre... in appendice sono presenti una discografia e una bibliografia essenziale e consigliata.
Non si darà mai abbastanza importanza all’ascolto dei dischi e dei concerti live per gustare appieno gli spunti emozionali e le suggestioni che la musica ci regala, diciamo che questo è l’aspetto più divertente correlato allo studio che implementa e stimola il nostro essere fruitori e perché no autori a nostra volta. Ancora più importante è la pratica ed il confronto diretto con altri musicisti e con i vari strumenti da loro utilizzati; non sottovalutate il rilevante e difficile ruolo della chitarra come strumento di accompagnamento, un aspetto troppo spesso ignorato per lasciare il campo ad un solismo “ad oltranza” e ad un virtuosismo ostentato e un po’ fine a se stesso. La tecnica al servizio della musica non il contrario, questa la lezione dei maestri come Django.
Capirete l’impossibilità di esaminare ogni variante ed ogni autore, l’impresa oltre che infinita sarebbe inutile: considerate questo libro come una solida base di partenza che vi fornirà gli elementi necessari per progredire tecnicamente, stimolerà la vostra fantasia e vi farà raggiungere una buona conoscenza dello stile ma non ritenetelo sufficiente.
Dedicatevi parallelamente, oltre al puro studio tecnico, alla creazione di un vostro personale percorso artistico, di un vostro gusto musicale, di un vostro modo di suonare perché è la diversità che porta al confronto e stimola a creare. L’emozione è prerogativa del cuore più che delle mani e la bellezza si rinnova continuamente nella differenza più che nella omologazione. Buon divertimento
Maurizio Geri